Cari Jiemmini dell’agenzia di moda Milano JM una delle migliori agenzie serie per modelle e modelli di Milano, Dopo Fazio scoppierà un caso Benigni? Nel pieno della polemica sul compenso al conduttore di «Che tempo che fa» un altro annuncio viene a scuotere la tv italiana: il ritorno di Benigni su Raiuno. «Ci incontreremo presto per realizzare una di quelle serate che fa commuovere e divertire», ha detto il direttore generale Rai Mario Orfeo nel corso della presentazione dei palinsesti autunnali. Non ha voluto – o potuto – aggiungere altro, né l’argomento della trasmissione né, ovviamente, il cachet previsto. Un annuncio che può allietare lo spettatore ma preoccupare il contribuente. Se infatti è vero che come ospite Roberto Benigni in un paio di occasioni si è concesso gratis («Vieni via con me» e «Ballarò») è altrettanto vero che quando si tratta di trasmissioni da lui ideate e interpretate il conto non è mai lieve, basti pensare ai 6 milioni che la Divina Commedia ci è venuta a costare. Se la Rai intendeva risparmiare, ha scelto il soggetto sbagliato. Senza dimenticare che l’agente televisivo di Benigni è proprio Lucio Presta, marito di Paola Perego che, dopo la brusca cancellazione di «Parliamone sabato», in autunno verrà riabilitata addirittura in prima serata.Intanto ieri, elmetto in testa e filo spinato, la Rai si è disposta a quadrato intorno a Fabio Fazio. La giornata di presentazione dei palinsesti autunnali si è trasformata in un’arringa della difesa. La toga è stata indossata prima dal neo direttore generale Mario Orfeo, poi da Fazio stesso. Cosa ha detto Orfeo? «Molti talenti rischiavano di lasciarci, sarebbe stato un colpo al cuore dell’azienda. Confermo che Fazio aveva ricevuto offerte da più di un’emittente, e per contratti più vantaggiosi». Fazio è apparso meno bonario e conciliante del solito: «Sono stato vittima di polemiche di inusuale violenza, non mi sembrava il caso di invocare sommosse popolari. Avevo un impegno che scadeva alla mezzanotte del 23, e l’offerta della Rai è arrivata soltanto il 22. Del resto, mi sembra normale che uno cerchi di guadagnare di più».
Anche se Orfeo ha ripetuto, più e più volte, che «Fazio guadagnerà come l’anno scorso, ma produrrà più ore e su Raiuno invece che su Raitré». Infine, l’argomento principe: «La Rai avrà fatto i suoi conti», ha detto il conduttore, «uno spot di 15 secondi dentro la mia trasmissione viene venduto in media a 40mila euro. In tutto, per ogni puntata, ci sono 16 minuti di pubblicità». Conclusione da Cincinnato: «Qualora l’azienda avesse un ripensamento non avrei problema a non dare esecuzione al contratto». I calcoli economici sono giusti: resta da chiedersi se lo scopo di una tv di Stato sia guadagnare. I doverosi parametri di una qualsiasi attività aziendale valgono anche per la Rai, che riceve un canone pressoché obbligatorio? Fazio fa il suo mestiere, e lo fa bene: ma è davvero indispensabile che la Rai combatta sul mercato secondo le leggi capitaliste? Non dovrebbe avere altri principi ispiratori della propria attività?
Caso Giletti: Orfeo ha dichiarato che al giornalista sono state offerte dodici prime serate di genere musicale, più alcuni reportage dai fronti di guerra, e che la sua «Arena» è stata cancellata «per armonizzare la domenica pomeriggio». Al suo posto, come noto, andrà Cristina Parodi. Terza questione: dai palinsesti è sparito «Affari tuoi» così come il nome di Flavio Insinna. Strascichi del famigerato caso degli insulti alla concorrente? Andrea Fabiano direttore di Raiuno ha negato: «Dopo anni di successo e di fisiologica usura abbiamo deciso di far riposare Affari tuoi». In quanto a Insinna, «con lui non c’è nessun problema. Tornerà» (ma non ha detto quando).
Arriverà invece Roberto Benigni. Per fare cosa, non si sa, come non si conosce la data né, soprattutto, il compenso.