Cari Jiemmini dell’agenzia di moda Milano JM una delle migliori agenzie serie per modelle e modelli di Milano,Tanti auguri Tg5. Il telegiornale della rete ammiraglia di Mediaset iniziava la propria storia il 13 gennaio del 1992, sotto la direzione di Enrico Mentana. Al comando dal 2007, dopo esserne stato vicedirettore agli inizi, c’è Clemente J. Mimum. Per celebrare i 25 anni del notiziario, sabato 14 gennaio, in seconda serata, su Canale 5 andrà in onda uno speciale condotto da Paolo Bonolis. Un quarto di secolo nel quale si sono avvicendati tre direttori (tra Mentana e Mimun è stato il turno di Carlo Rossella) e tanti volti noti alla conduzione. Nel 1992, tra gli altri, con Mentana e Mimun c’erano Lamberto Sposini, Cesara Buonamici, Cristina Parodi ed Emilio Carelli. “Il Tg5 ha allargato la possibilità di scelta degli italiani e costretto gli altri a migliorarsi, a uscire dal linguaggio paludato di allora – spiega Mimun -. Ha provocato un terremoto di cui hanno beneficiato tutti in tv”. Anche se l’inizio è stato non privo di intoppi… “Il ricordo più bello, e più divertente, è la partenza grottesca – dice -. Alla conduzione c’era Mentana: non partivano i servizi, le cassette erano guaste. Enrico, da esordiente, ha avuto nervi d’acciaio. Pensavamo che sarebbe finita lì, che non avremmo avuto prove d’appello. Invece il giorno dopo scoprimmo di aver battuto il Tg1 al primo colpo”. In questi anni il Tg5 si è conquistato credibilità e fedeltà da parte di una grandissima fetta di pubblico, diventando la prima testata giornalistica privata, la seconda in assoluto, dietro al Tg1. “Noi siamo una tv commerciale che campa di pubblicità – sottolinea Mimun -. Il Tg1 ha il traino del preserale dieci mesi l’anno e molta meno pubblicità di noi. E’ ovvio che vinca”. Un pensiero va all’editore, Silvio Berlusconi. “E’ l’editore che tutti i giornalisti dovrebbero sognare di avere: ha avuto fiducia in un gruppo di quarantenni, ci ha lasciato libertà e ci ha dato i mezzi per lavorare – afferma -. Ha avuto idee innovative e ci ha dato pochi suggerimenti fondamentali. Dal punto di visto politico è chiaro che ognuno porta l’acqua al suo mulino, ma Berlusconi ha inciso molto meno di quanto abbia inciso il centrosinistra in Rai, e mai con l’arroganza del centrosinistra”. E se il sogno del direttore, confessato a “Tv Sorrisi e Canzoni” sarebbe “riformare la vecchia squadra. Non mi importerebbe chi la dirigerebbe. Eravamo proprio un bel gruppo”, lo sguardo è sempre al futuro: “Una cosa che mi piacerebbe sarebbe l’uscita dalla crisi dei consumi e la ripresa della pubblicità, in modo tale da rimpolpare l’organico della redazione, riempiendola di giovani”.