Cari Jiemmini dell’agenzia di moda JM, una delle migliori agenzie serie per modelle e modelli di Milano,Simone Cristicchi prende una pausa dal tour teatrale di “Mio nonno è morto in Guerra” per lanciare il 14 febbraio il nuovo “Album di famiglia” e presentare a Sanremo “Mi manchi” e “La prima volta (che sono morto)”. “La copertina del disco, coloratissima, l’ha disegnata mio figlio Tommaso. – rivela a Tgcom24 – C’è anche un omaggio a Laura Antonelli tra i brani, volevo cantarla a Sanremo ma ci ho ripensato. E’ giusto non darla in pasto ai leoni”.
Come mai la scelta di una copertina così colorata?
Su Twitter avevo lanciato una specie di appello ‘suggerimenti e idee per la cover’? Una ragazza mi aveva mandato come proposta un disegno infantile. In quel momento ho pensato a mio figlio Tommaso che per il compleanno mi aveva regalato un disegnino. Una famiglia allegra e coloratissima. Ho fatto la foto al foglio e così è diventata la copertina.Un album “casalingo” a tutto gli effetti?
Esattamente. Ho registrato i brani nello studio che ho ricavato in casa mia, anche per stare vicino alla mia famiglia. Ho trascinato dentro il mio produttore e per la parte degli archi mi sono fatto spedire via email i file musicali. Ho lavorato spesso a notte fonda.Sarà anche la vicinanza della famiglia ma per la prima volta canti canzoni d’amore come “Canzone Piccola”, cos’è successo?
E’ venuto naturale. Questo brano è nato nel silenzio della notte e racconto con pudore il mio amore anche con sonorità delicate, utilizzando anche una chitarra giocattolo. Parla di quotidianità, dell’innamorarsi ogni giorno della stessa persona.E’ possibile?
Ci vuole tanto impegno, ma direi che è possibile.
Sempre a proposito di amore, in uno dei due brani proposti a Sanremo è “Mi manchi” in cui canti “manchi a una suora il suo rosario/la penna ad un notaio/il cacio ai maccheroni”. Un modo insolito per dire ti amo?
Non è dedicato a una compagna e ho cercato di non nominare mai il sesso del destinatario della missiva. Ecco, potrebbe anche essere una lettera di un padre ad un figlio lontano. Ho voluto utilizzare un registro linguistico un po’ alla Gianni Rodari con un ritornello struggente che ricorda Gabriella Ferri e qualche spunto musicale da Piovani a Bacalov.
“Laura” è dedicata all’attrice Antonelli, perché questo omaggio?
Tante di queste canzoni del disco sono nate da viaggi e da luoghi che ho visitato. Mi sono ritrovato vicino Cerveteri dove c’era la villa in cui abitava Laura Antonelli, l’ultima vera diva del nostro cinema conosciuta nel mondo. Avevo un po’ soggezione ma quando sono entrato ho visto tutti questi mobili abbandonati e i luoghi dove viveva. E’ stupefacente come si possa passare dalla celebrità assoluta alla solitudine. So che Laura è comunque contenta che io le abbia dedicato un brano, anche se ancora non l’ha ascoltato.Già pronto per il tour?
In realtà Sanremo viene per caso, ho interrotto il tour teatrale ‘Mio nonno è morto in Guerra’ che continuerò dopo la kermesse. Mentre per la musica si dovrà aspettare un po’. Di certo a marzo, non so ancora la data precisa, farò un bel concerto con tanti ospiti e amici all’Auditorium di Roma.
Su Twitter avevo lanciato una specie di appello ‘suggerimenti e idee per la cover’? Una ragazza mi aveva mandato come proposta un disegno infantile. In quel momento ho pensato a mio figlio Tommaso che per il compleanno mi aveva regalato un disegnino. Una famiglia allegra e coloratissima. Ho fatto la foto al foglio e così è diventata la copertina.Un album “casalingo” a tutto gli effetti?
Esattamente. Ho registrato i brani nello studio che ho ricavato in casa mia, anche per stare vicino alla mia famiglia. Ho trascinato dentro il mio produttore e per la parte degli archi mi sono fatto spedire via email i file musicali. Ho lavorato spesso a notte fonda.Sarà anche la vicinanza della famiglia ma per la prima volta canti canzoni d’amore come “Canzone Piccola”, cos’è successo?
E’ venuto naturale. Questo brano è nato nel silenzio della notte e racconto con pudore il mio amore anche con sonorità delicate, utilizzando anche una chitarra giocattolo. Parla di quotidianità, dell’innamorarsi ogni giorno della stessa persona.E’ possibile?
Ci vuole tanto impegno, ma direi che è possibile.
Sempre a proposito di amore, in uno dei due brani proposti a Sanremo è “Mi manchi” in cui canti “manchi a una suora il suo rosario/la penna ad un notaio/il cacio ai maccheroni”. Un modo insolito per dire ti amo?
Non è dedicato a una compagna e ho cercato di non nominare mai il sesso del destinatario della missiva. Ecco, potrebbe anche essere una lettera di un padre ad un figlio lontano. Ho voluto utilizzare un registro linguistico un po’ alla Gianni Rodari con un ritornello struggente che ricorda Gabriella Ferri e qualche spunto musicale da Piovani a Bacalov.
“Laura” è dedicata all’attrice Antonelli, perché questo omaggio?
Tante di queste canzoni del disco sono nate da viaggi e da luoghi che ho visitato. Mi sono ritrovato vicino Cerveteri dove c’era la villa in cui abitava Laura Antonelli, l’ultima vera diva del nostro cinema conosciuta nel mondo. Avevo un po’ soggezione ma quando sono entrato ho visto tutti questi mobili abbandonati e i luoghi dove viveva. E’ stupefacente come si possa passare dalla celebrità assoluta alla solitudine. So che Laura è comunque contenta che io le abbia dedicato un brano, anche se ancora non l’ha ascoltato.Già pronto per il tour?
In realtà Sanremo viene per caso, ho interrotto il tour teatrale ‘Mio nonno è morto in Guerra’ che continuerò dopo la kermesse. Mentre per la musica si dovrà aspettare un po’. Di certo a marzo, non so ancora la data precisa, farò un bel concerto con tanti ospiti e amici all’Auditorium di Roma.