Cari Jiemmini dell’agenzia di moda Milano JM una delle migliori agenzie serie per modelle e modelli di Milano, con la commedia melanconica e romantica “Café Society” Woody Allen inaugura la 69esima edizione del festival di Cannes. Per il maestro newyorkese è la terza volta che si trova ad aprire il festival, l’ultima era stata con “Midnight in Paris” cinque anni fa. Anche questa volta Allen porta il suo pubblico in un viaggio nel passato glorioso dell’America degli anni Trenta, quell’epoca d’oro fatta di club e gangster a New York, star del cinema e première a Hollywood. Accompagnato dalla sua troupe di giovani star: Kristen Stewart (ormai lontanissima l’epoca dei teen movie sui vampiri), Jesse Eisenberg (cresciuto dai tempi in cui interpretava Zuckerberg) e Blake Lively (ex Gossip Girl), il regista avrà il compito di salire sulla Monté de Marche di un festival che cerca di convivere con i controlli di sicurezza, le fila infinite fuori dal Palais e le minacce di terrorismo che hanno fatto dire al regista intervistato sull’argomento: “Io ho paura anche ad andare al supermercato per cui non faccio testo”. Il film è, come da tradizione, fuori concorso. “Non credo nella competizione in ambito artistico – chiarisce Allen – Ha senso nello sport per esempio, ma l’idea che un piccolo gruppo di persone, che costituiscono la giuria, decida qual è il film migliore per me è impensabile. Si può giudicare se Matisse è meglio di Picasso? Un film è una questione di gusti, per qualcuno il mio film può essere divertente per un altro noisoso. Io non sarei capace di giudicare in modo obiettivo un film e decretarlo il migliore e per questo non partecipo. Ma sono contento di essere qui a Cannes e mostrare il mio film in un’atmosfera eccellente”. E così Allen si dimostra estremamente diplomatico dopo che lo scorso anno aveva definito il festival un convegno di dentisti e aver confidato in alcune interviste che principalmente partecipa per far contenta la moglie Soon-Yi. Un anno fa, sempre qui a Cannes, Allen presentava “Irrational Man”, e il suo ritmo di un film all’anno non subisce per nulla il tempo che passa nonostante abbia compiuto lo scorso dicembre ottant’anni e nel frattempo abbia anche scritto e girato la sua prima serie della tv moderna.